Al termine di questo capitolo, i partecipanti saranno in grado di:
spiegare in che modo la CRD può essere utilizzata integrandola ai test di sensibilizzazione tradizionali in ambito clinico
discutere i punti di forza e le considerazioni principali sull’uso di piattaforme molecolari per la diagnosi.
Definizione degli allergeni
Un allergene è una sostanza (solitamente una proteina) che può legarsi agli anticorpi immunoglobuline E (IgE).1
Tipologie di allergeni
Gli allergeni possono essere ulteriormente classificati in:1
Famiglie proteiche e reattività crociate
Le proteine possono essere classificate in famiglie proteiche basate sulla similarità delle sequenze amminoacidiche e delle strutture tridimensionali.3
Anche se la maggioranza degli allergeni sono proteine, non tutte le proteine sono allergeniche. Solo alcune famiglie proteiche contengono allergeni, ad esempio:
Polcalcina, profilina, sieroalbumina, lipocalina, parvalbumina, famiglie di proteine di trasferimento lipidico correlate alla patogenesi e non specifiche.1
Le proteine nella stessa famiglia possono avere siti di riconoscimento (epitopi) per IgE e cellule T simili anche se sono presenti in fonti allergeniche diverse.2 Pertanto gli stessi anticorpi IgE si legano a diverse proteine provocando reazioni a fonti allergeniche a cui una persona può non essere mai stata esposta.2 Queste risposte immunologiche sono definite reazioni crociate.2,3
Le reattività crociate richiedono generalmente un’identità di sequenza >50% tra le proteine e possono fornire informazioni preziose sulla potenziale sensibilizzazione e sulle reazioni cliniche a più fonti diverse.3
Inoltre, i pazienti possono essere sensibili a più allergeni (laddove la sensibilizzazione non è dovuta a reattività crociata) e generare più risposte immunologiche mediate da IgE, denominate co-sensibilizzazioni.4
Gli anticorpi possono reagire in modo crociato con antigeni non correlati nelle proteine se condividono epitopi identici o simili
Componenti allergeniche
I progressi della biologia molecolare e della biochimica delle proteine hanno portato alla disponibilità di singole componenti allergeniche purificate o ricombinanti (detti anche “singole componenti molecolari allergeniche”) per la diagnosi delle allergie.1,3
L’utilizzo di tali componenti nella diagnosi delle allergie può determinare:1,3
Migliorata Standardizzazione
Maggiore sensibilità analitica dei test in vitro
Migliorate specificità analitica e migliore selezione degli allergeni associati al rischio allergenico
Identificazione degli allergeni specie-specifici per la definizione di una reale sensibilizzazione
Identificazione degli allergeni coinvolti nelle reazioni crociate.
La disponibilità di più di 130 componenti allergeniche2 ha creato le premesse per un nuovo approccio di diagnosi IgE in vitro denominato Component-Resolved Diagnostics (CRD).6
La CRD prevede il dosaggio dei livelli di IgE Specifiche delle singole componenti allergeniche(s). Esistono due diverse possibilità diagnostiche:1
Algoritmi diagnostici che includono la CRD1
Vantaggi dell’utilizzo della CRD nella diagnosi di routine
L’utilizzo di allergeni singoli nella diagnosi può migliorare l’interpretazione clinica. Ad esempio, la CRD può essere utilizzata per:
Fornire informazioni sul profilo di sensibilizzazione molecolare di pazienti, incluse le sensibilizzazioni primarie (genuine) e le reattività crociate6–8
Agevolare le decisioni sulla somministrazione dell’immunoterapia corretta ai pazienti – specialmente nei casi di polisensibilizzazione8,9
Evitare potenzialmente la necessità immediata del test di provocazione.10
Considerazioni importanti nell’uso della CRD
La CRD offre numerosi vantaggi rispetto all’utilizzo della diagnosi basata su estratti di allergeni, tuttavia è necessario tenere in considerazione alcune raccomandazioni:
L’anamnesi clinica e i sintomi del paziente devono essere considerati per selezionare le componenti allergenici corrette.11
Tutti i risultati devono essere interpretati utilizzando l’anamnesi e i sintomi del paziente.11
Un risultato positivo di sensibilizzazione IgE rispetto a una componente non implica necessariamente che l’allergene sia clinicamente rilevante.12 Tale interpretazione deve essere supportata anche dall’anamnesi e dai sintomi dei pazienti.11
I risultati non possono essere estrapolati da un solo paziente e proiettati sul resto della popolazione; questo è uno strumento diagnostico personalizzato.13
Se l’IgE specifica non viene rilevata nel siero, la sensibilizzazione viene esclusa.3
Tuttavia, è necessario soddisfare i fattori seguenti per escludere la sensibilizzazione: livelli di IgE totali nel siero (>20 kU/I), idoneità testata della componente allergenica nella diagnosi e sensibilità del metodo IgE Specifiche utilizzato.
I dosaggi multiplex possono essere meno sensibili rispetto ai dosaggi singleplex.8
Riferimenti
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Kleine-Tebbe J, Jakob T (Editors). Molecular Allergy Diagnostics. Springer Nature. 2017.
Migueres M et al. Clinical and Translational Allergy. 2014;4(16).
https://microbionotes.com/antigen-antibody-reaction/ (Accessed May 2019)
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